GSH e OLEUROPEINA

Renovase Beard Balm

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Balsamo ideale per una barba ben curata.

Balsamo appositamente studiato per barba e baffi, dalla texture morbida e leggera, districa alla perfezione. La sua innovativa formulazione anti-age a base di Renovase® e Omega 3 nutre, idrata e fortifica la barba; l’Oleuropeina dona lucentezza e morbidezza.

Modo d’uso: dopo un’accurata pulizia con Renovase Beard Wash, applicare per 2 minuti. Risciacquare accuratamente. 

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OLEUROPEINA

Gli effetti benefici dell’oleuropeina L’oleuropeina, è il principale polifenolo presente nelle foglie e nei frutti dell’olivo; essa si ritrova nell’olio extra vergine di oliva sia nella forma legata a una molecola di glucosio (glicata) che nella forma non glicata. Da tempo i polifenoli naturali hanno attratto crescente interesse per le loro proprietà benefiche nei confronti di numerose malattie, che vanno dal cancro alle patologie cardiovascolari, al diabete, alle malattie neurodegenerative e, più in generale, per la loro capacità di contrastare l’invecchiamento di cellule, tessuti e dell’intero organismo. Tali proprietà non sono limitate al loro noto potere antiossidante ma vanno ben oltre; gli studi più recenti hanno iniziato a dimostrare l’effettiva efficacia clinica sull’uomo della somministrazione di polifenoli e a svelare i meccanismi molecolari e cellulari con cui queste sostanze esplicano tali effetti e che sono alla base delle virtù nutrizionistiche comunemente associate alla così detta “Dieta Mediterranea”. 

I risultati dei trial clinici condotti, insieme ai dati epidemiologici e sperimentali disponibili supportano in modo consistente l’effetto di protezione che si associa all’assunzione giornaliera di oleuropeina attraverso l’uso di preparati nutraceutici consistenti in estratti di foglie di olivo arricchiti della sostanza. 

I dati forniti dalla ricerca scientifica sono particolarmente significativi per quanto riguarda gli effetti anti- neurodegenerativi e antidiabetici dell’oleuropeina. I primi sono stati riportati grazie a una serie di studi effettuati sia su cellule neuronali in coltura che su animali modello, in particolare topi geneticamente modificati al fine di mimare una situazione cerebrale simile a quella presente nel morbo di Alzheimer, la principale forma di demenza associata all’invecchiamento nell’uomo. In questi topi la somministrazione di oleuropeina con il normale pasto in dosi equivalenti a circa 200-°©‐300 mg nell’uomo ha effetti chiaramente benefici in termini di prestazioni cognitive, che si mantengono a livelli comparabili con quelli di topi normali della stessa età. A livello istopatologico e cellulare, tale effetto può essere ricondotto alla riduzione del carico di placche amiloidi (che caratterizzano la malattia) e della risposta infiammatoria e, parallelamente, a una forte stimolazione della risposta autofagica, che protegge la cellula contro la tossicità delle placche e ne stimola il riassorbimento. Questi effetti, che mostrano una chiara dose-°©‐dipendenza, sono simili a quelli prodotti da altri polifenoli (resveratrolo, curcumina, epigallocatechine) e possono, almeno in parte, essere ricondotti alla mobilizzazione del calcio dai depositi intracellulari con la conseguente attivazione di segnali che risultano nell’attivazione dell’autofagia. E’ stato inoltre dimostrato che l’oleuropeina può ridurre direttamente il carico di placche amiloidi favorendo una via che riduce la produzione del peptide precursore delle stesse. Inoltre, studi recenti su altri polifenoli dimostrano effetti di tipo epigenetico, consistenti nella modulazione dell’espressione di particolari set di geni in seguito a modificazioni chimiche reversibili della cromatina che non alterano il patrimonio genetico ma il modo in cui questo si esprime. Questi studi spiegano gli effetti antitumorali di tali polifenoli e, presumibilmente, anche quelli esercitati dall’oleuropeina, attraverso la regolazione dell’attività di enzimi coinvolti nelle modificazioni chimiche della cromatina.

 L’azione antidiabetica dell’oleuropeina è supportata da recenti trial clinici. Uno di questi ha mostrato che la somministrazione giornaliera di circa 50 mg del polifenolo per 12 settimane a un gruppo di soggetti di mezza età, sovrappeso e pertanto a rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 ha ridotto la glicemia e migliorato sia la secrezione che la sensibilità all’insulina. Un altro studio condotto su soggetti umani con diabete di tipo 2 a cui erano somministrati 500 mg al giorno di oleuropeina per 14 settimane ha mostrato un significativo miglioramento dell’omeostasi del glucosio, con riduzione dell’emoglobina glicosilata e dei livelli di insulina a digiuno, mentre in ratti trattati con oleuropeina è stata notata una riduzione della digestione e dell’assorbimento dell’amido. Altri studi hanno dimostrato che in vitro l’oleuropeina impedisce l’aggregazione amiloide dell’amilina, un peptide secreto insieme all’insulina dalle cellule beta del pancreas, i cui aggregati sono ritenuti corresponsabili della sofferenza cellulare che si accompagna all’insorgenza del diabete di tipo 2. L’efficacia dell’oleuropeina nel contrastare sia l’insorgenza del diabete di tipo 2 che alcune delle sue conseguenze può essere inquadrato in un effetto più vasto di protezione nei confronti della sindrome metabolica. Infatti, altri studi hanno dimostrato che nei topi l’oleuropeina attenua la steatosi epatica e riduce l’obesità indotte da una dieta ricca di grassi. L’effetto anti-°©‐obesità e di modulazione dell’omeostasi del glucosio era stato precedentemente riportato anche per altri polifenoli vegetali. In conclusione, i dati scientifici disponibili supportano in modo convincente l’efficacia dell’assunzione giornaliera di dosi consistenti di oleuropeina ai fini della prevenzione di patologie legate all’invecchiamento quali la demenza senile e il cancro, o a dismetabolismi quali il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica. La costanza dell’assunzione quotidiana di dosi consistenti di oleuropeina attraverso la supplementazione, con prodotti nutraceutici, del normale contenuto della sostanza nell’alimentazione appare pertanto utile e raccomandabile al fine di prevenire e curare la sindrome metabolica e il diabete melliti di tipo 2, anche in considerazione dell’assenza di effetti collaterali legati all’assunzione di oleuropeina. 

Bibliografia 

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Bacopa monnieri

Bacopa monnieri è una pianta erbacea nootropica che è stata utilizzata per la longevità e il miglioramento cognitivo. L’integrazione con suoi estratti può migliorare la memoria, soprattutto a breve termine, e apportare benefici per la salute mentale. Bacopa monnieri, comunemente noto come issopo d’acqua, è un’erba spesso usata nella medicina Ayurvedica. Viene assunta in diversi formati allo scopo di migliorare le funzioni cognitive, alleviare lo stress e favorire un miglioramento generale della vitalità. I bacosidi, le principali sostanze attive di Bacopa monnieri, interagiscono con i sistemi della dopamina e della serotonina, ma il meccanismo principale riguarda la comunicazione neuronale, stimolando la crescita dei dendriti neuronali. Bacopa monnieri esplica anche effetti antiossidanti.

I benefici della Bacopa monnieri  

Un miglioramento della memoria è il principale effetto noto della Bacopa. Sebbene gli effetti di questa natura siano solitamente studiati negli anziani, la Bacopa monnieri sembra essere efficace anche nei giovani. Alcune ricerche preliminari suggeriscono che può ridurre la secrezione di cortisolo e l’esaurimento di dopamina e serotonina durante lo stress cronico, Può avere effetti antidepressivi, ma occorrono ulteriori ricerche di conferma.

Effetti collaterali di Bacopa monnieri

L’assunzione di Bacopa monnieri a stomaco vuoto può causare nausea, crampi, gonfiore e diarrea. Poiché Bacopa monnieri può avere effetti ansiolitici (riduzione dell’ansia), è sconsigliabile la sua assunzione in combinazione con altri ansiolitici.

Biblografia 

CUCURBITA, E.S.

I semi di zucca (Cucurbita maxima) sono stati utilizzati nella medicina etnica e tradizionale come rimedio per i disturbi renali, della vescica e della prostata.L’olio di semi di zucca ha diversi composti fenolici come acido vanillico, vanillina, luteolina e acido sinapico. Il consumo di semi di zucca riduce i marcatori di infiammazione, aumenta la conta dei linfociti, migliora l’attività fagocitica e inibisce la progressione del fegato grasso in steatoepatite. 

Studi recenti hanno dimostrato come l’assunzione orale di estratto di Cucurbita riduce l’iperattività della vescica dei pazienti, prevenendo disturbi urinari e producendo un effetto sulla salute urinaria; inoltre riduce il rischio di calcolosi vescicale e renale.

L’estratto lipidico dei semi di Cucurbita maxima rallenta il progresso dell’ipertensione e diminuisce l’ipercolesterolemia a causa del contenuto di acidi grassi insaturi e fitosteroli. Inoltre, gli estratti dei semi di Cucurbita manifestano attività ipoglicemica, contribuendo alla prevenzione del diabete mellito.

Bibliografia

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EPILOBIO

Epilobium angustifolium L. è una nota pianta medicinale tradizionalmente utilizzata nel trattamento di malattie urogenitali, disturbi dello stomaco e del fegato, problemi della pelle, ecc.  Gli estratti di E. angustifolium mostrano attività antiproliferative, citotossiche, antiossidanti, antinfiammatorie, immunomodulatorie e antimicrobiche.  La combinazione unica di proprietà biologiche dimostrata dai risultati di alcuni studi indica che i suoi estratti esplicano un effetto positivo nell’iperplasia prostatica benigna (IPB) e potenzialmente nella prevenzione del cancro alla prostata.

L’efficacia della fitoterapia con E. angustifolium è ancora scarsamente testata negli studi clinici, mentre numerosi effetti benefici degli estratti sulla funzionalità della prostata sono stati documentati nei test in vitro e in vivo.

Bibliografia

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Cardo mariano 

L’utilizzo di Silybum marianum a scopo terapeutico di questa pianta è noto fin dall’antichità. Dal pericarpo dei frutti del cardo mariano si estrae la silimarina, una miscela di flavonolignani noti per le proprietà depurative e protettive sul fegato. 

Il cardo mariano viene utilizzato tradizionalmente nelle affezioni epatiche acute o croniche. Le ricerche indicano come questo estratto sia in grado di svolgere un’azione rigeneratrice nei confronti della cellula epatica e di contrastare gli effetti degli agenti epatotossici. Inoltre, è un efficace antiossidante.

Bibliografia

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Silymarin as Supportive Treatment in Liver Diseases: A Narrative Review Adv Ther. 2020; 37(4): 1279–1301.

Tarassaco

Taraxacum officinale, noto anche come dente di leone, è un ortaggio che ha un uso tradizionale limitato nei paesi dell’Asia orientale. È usato in tutto il mondo per il suo effetto diuretico. 

Studi sugli animali e prove in vitro indicano che l’estratto di tarassaco esercita effetti benefici sulla salute umana, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per attribuire questi effetti ai singoli principi attivi

Ricerche nei roditori suggeriscono che il dente di leone può facilitare la digestione aumentando il transito del cibo tra lo stomaco e l’intestino tenue. L’estratto do radice di tarassaco può anche esercitare un effetto protettivo sul pancreas e manifestare proprietà antiallergeniche. 

Studi recenti indicano efficacia degli estratti di tarassaco nel conferire effetti protettivi nel fegato nei modelli murini di epatotossicità da alcol etilico, CCl4 e acetominofene secondari alle sue proprietà antiossidanti, poiché queste sostanze tossiche esercitano epatotossicità mediante meccanismi ossidativi. L’assunzione di estratto di tarassaco ai topi con una dieta ricca di grassi attenua la produzione di fegato grasso e infiammazione epatica e la successiva insulino-resistenza, attraverso la modulazione della proteina chinasi AMP-dipendente (AMPK) nel tessuto epatico.

Secondo altri studi l’ingestione orale di dente di leone appare conferire alcuni effetti protettivi nel fegato dei roditori; il meccanismo sembra essere dovuto alle proprietà antiossidanti dell’estratto di tarassaco.

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La curcumina

La curcumina – un pigmento giallo che si trova principalmente nella curcuma (Curcuma longa, Turmerinc ingl., una pianta da fiore della famiglia dello zenzero meglio conosciuta come spezia utilizzata nel curry) quantita di antiossidanti prodotti dall’organismo.

La curcumina e i curcuminoidi presenti nella curcuma possono essere estratti per produrre integratori con efficacia più elevata rispetto alla curcuma. Tuttavia, la curcumina viene assorbita poco durante la digestione, quindi sono state create formulazioni diverse per migliorarne la biodisponibilità.

Principali benefici della curcumina

L’integrazione con curcumina riduce in modo affidabile i marcatori di infiammazione e aumenta i livelli di antiossidanti endogeni nel corpo. La ricerca disponibile supporta piccoli o moderati miglioramenti nei sintomi della depressione e dell’ansia e nel dolore e nella funzione nell’osteoartrite. Le ricerche indicano anche la sua efficacia anche nel ridurre il colesterolo LDL, della glicemia e della pressione sanguigna.

Principali svantaggi della curcumina

Uno dei maggiori svantaggi della curcumina è che è scarsamente assorbito quando ingerito per via orale da solo. Per quanto riguarda i potenziali effetti avversi, dosi fino a 8 grammi di curcuminoidi non sono stati associati a gravi effetti avversi nell’uomo. Tuttavia, sono necessari studi a lungo termine che siano più completi nelle loro valutazioni. Gli studi che utilizzano alte dosi di curcumina hanno riportato alcuni lievi effetti avversi, tra cui nausea, diarrea, mal di testa, eruzioni cutanee.

Come funziona la curcumina?

I potenziali effetti benefici della curcumina sembrano essere principalmente il risultato delle sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Queste proprietà sono mediate dall’interazione diretta o indiretta della curcumina con vari bersagli molecolari, inclusi fattori di trascrizione, enzimi, proteine ​​del ciclo cellulare, recettori, molecola di adesione della superficie cellulare, fattori di crescita e protein-chinasi.